La novità arriva da Parigi e lo rende noto la CEO Dara Khosrowshahi “A partire dal 1° giugno in tutta Europa i driver saranno coperti in caso di infortuni durante il lavoro, ma anche nella vita di tutti i giorni. Previste indennità per maternità e malattia”.
Come funziona
“Tutti i partner che risultano idonei in Europa saranno così coperti in caso di spese o mancati guadagni dovuti a incidenti o infortuni che accadono durante una corsa. Inoltre, la copertura è estesa anche a eventi che capitano al di fuori dal servizio, come una grave malattia, un infortunio o un congedo di maternità/paternità”, si legge ancora nella nota. Nel dettaglio, per essere idoneo alla copertura fuori servizio, l’autista deve aver effettuato almeno 150 corse nelle precedenti otto settimane; mentre il corriere Uber Eats deve aver completato almeno 30 consegne nelle precedenti otto settimane.
Le polizze assicurative sono stipulate con AXA, il programma di assicurazione partner protection che sarà finanziato da Uber senza costi aggiuntivi per gli autisti e i corrieri partner. Tuttavia è opportuno sottolineare che le coperture non sono all’altezza di altre polizze assicurative stipulabili da privati, ma questa di Uber è una mossa nella direzione giusta, che garantisce ai partner un livello minimo di tutele (sono previsti ad esempio 1000 euro per la paternità). Già solo per questo segna un momento importante nella storia della gig economy, finora dominata da risparmio e disintermediazione: oggi gli autisti e i corrieri sono ancora indipendenti ma non più abbandonati a se stessi. E questo renderà certamente più facile l’ingresso di Uber nei Paesi, come l’Italia ad esempio, dove il servizio non è ancora autorizzato o disponibile solo in parte.